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Ice Memory salva il patrimonio climatico artico

Ice Memory salva il patrimonio climatico artico

Nonostante gli ostacoli rappresentati dall’inattesa presenza di una falda acquifera nel ghiacciaio e da condizioni meteo estreme, un team internazionale di scienziate e scienziati è riuscito ad estrarre tre carote di ghiaccio (cilindri di 10 centimetri di diametro, profondi dalla superficie del ghiaccio fino alla roccia) dall’Holtedahlfonna, uno dei più estesi ed elevati ghiacciai dell’arcipelago delle Svalbard, in Norvegia

L’area norvegese si trova nel Mar Glaciale Artico ed è la terra più settentrionale d’Europa. Si tratta di un archivio inestimabile che sta scomparendo 4 volte più velocemente della media globale. Quest’area ha subito alcuni dei più gravi aumenti di temperatura degli ultimi decenni. Secondo studi recenti, la temperatura è aumentata di 4/5°C negli ultimi 40-50 anni.
Il progetto scientifico guidato dall’Istituto di scienze polari del Consiglio nazionale delle ricerche che vede AKU tra gli sponsor tecnici è una vera e propria corsa contro il tempo. La Fondazione Ice Memory, che raccoglie, salva e gestisce carote di ghiaccio provenienti da ghiacciai minacciati per metterle a disposizione delle future generazioni di scienziati per decenni e secoli a venire, chiama all’azione la comunità scientifica.
Vedendo queste situazioni allarmanti in Artico, in Europa e nel resto del pianeta, ora abbiamo bisogno del contributo dei ricercatori per raccogliere rapidamente campioni dai ghiacciai in pericolo o per mettere in salvo in Antartide i campioni già raccolti, per conservare il loro contenuto di dati preziosi nel ‘santuario’ Ice Memory in Antartide”, questo l’invito di Carlo Barbante, paleoclimatologo, vice presidente della Fondazione Ice Memory, direttore dell’Istituto di scienze polari del Cnr e professore all’Università Ca’ Foscari di Venezia.
Per Anne-Catherine Ohlmann, direttrice della fondazione “Ice Memory è un’iniziativa inter-generazionale che ci coinvolge tutti: scienziati, filantropi, organizzazioni internazionali… e il cui beneficio andrà ai nostri figli e nipoti. Se perdessimo questi archivi, perderemmo la storia dell’impatto dell’uomo sul clima. Perderemmo anche informazioni cruciali per scienziati e politici del futuro che dovranno prendere decisioni per il benessere della società. Dobbiamo collaborare per salvaguardare questo archivio per le generazioni future. Invitiamo i Paesi a collaborare con i loro scienziati facilitando l’accesso ai loro ghiacciai, di modo che la nostra generazione possa garantire questa preziosa eredità all’umanità di domani”.

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Foto di Riccardo Selvativo