AMBASCIATRICI AKU IN SPEDIZIONE IN KYRGYZSTAN

UN'AVVENTURA ALPINISTICA CON UN MESSAGGIO DI FORZA E ISPIRAZIONE

Alessandra Prato e Camilla Reggio, ambassador AKU, sono pronte a partire il 5 agosto 2024 per la loro prima spedizione alpinistica in Kyrgyzstan con AKU fra gli sponsor del progetto.
Una meta particolare, dettata dal desiderio di esplorare terre e rocce nuove. Nel Paese dell’Asia Centrale, che si trova lungo la via della seta, sono passati altri forti alpinisti lasciando però pochissime informazioni. Esplorazione sarà quindi la parola chiave della spedizione di Alessandra e Camilla.
L'intento è quello di immergersi e isolarsi nelle remote terre dell'Ak-Su valley e della Kara-Su Valley, entrare in sintonia con montagne misteriose, ripetere vie esistenti, ma soprattutto esplorare nuove linee: «partiremo con lo zaino pesante e il cuore leggero».

  • Alessandra Prato

    Ambassador AKU e astrofisica animata da un incontrastabile entusiasmo per le nuove avventure. Spirito libero e membro del CAI Eagle Team.

  • Camilla Reggio

    Ambassador AKU e dottoranda in Bioingegneria con la passione per l'arrampicata, l'esplorazione e lo sci. Membro del CAI Eagle Team, ma soprattutto con una passione viscerale per la Montagna.

La prima spedizione non si scorda mai

il giorno prima di partire ho mollato il lavoro, sono partita con la testa per aria e con l’idea di spegnere il cervello e sparire dal mondo perdendomi tra remote montagne misteriose. Naturalmente in compagnia dell’unica persona con cui avrei potuto condividere un’esperienza e una passione così forte: la mia amica Cami.

Insieme ci siamo immerse in una valle incantata e abbiamo vissuto un’esperienza ai confini della realtà: un mese a scoprire nuove pareti, a esplorare culture e luoghi stranieri, a scalare linee pazzesche, a chiodare e trapanare vie inesplorate. Un mese in una piccola tenda a parlare della vita, a ridere e scherzare, ma anche a piangere e soffrire. Un mese da sole, unite dal nostro entusiasmo e dalla nostra amicizia, ma anche in compagnia di cavalli selvaggi, pastori armati di fucile e personaggi strampalati da tutto il mondo. Un mese a farci coraggio per lavarci un poco nel gelido fiume, a farci coraggio per caricarci sacconi da cento chili e assediare la Nostra parete, a farci coraggio per passare la notte nella Nostra grottina sotto l’alluvione o le raffiche di vento a mille nodi. 

Sono successe così tante cose che non so quanto tempo ci metterò a metabolizzarle tutte. Di una cosa sono certa: questa esperienza ha arricchito notevolmente il mio curriculum vitae, ed è soltanto l’inizio.

Del Kyrgyzstan mi rimarrà impresso

il ricordo indelebile della nostra via, la gioia di aver lasciato un segno in un luogo remoto tra panorami di montagne a perdita d’occhio. Non rimarranno solo i luoghi ma anche la bellezza dei legami creati al campo base. L’attesa del sole e del suo calore mattutino sono impregnati nei miei ricordi dell’odore del caffè degli amici brasiliani conosciuti al campo base.

L’immensa pietraia che abbiamo percorso nell’Ak-Su Valley non esisterebbe se non accompagnata dall’incredibile capacità di Mishia di scovarci in quel labirinto di massi. Non esisterebbe quella giornata di arrampicata senza la grinta straordinaria di Ale che nonostante non fosse al meglio, mi disse: "Andiamo su, tentiamo Perestrojka".
Non esistono nei miei ricordi le pareti verticali, quasi infinite, senza i miei sogni folli di scalarle tutte e la voglia di aprire nuove vie ovunque guardassi. 

Ora che sono tornata a casa, il Kyrgyzstan mi resta addosso, soprattutto in quei sogni che continuano a tornare a farmi visita qualche notte. Forse non tutti si realizzeranno, ma è in quella magica valle che sono nati e lì potranno, forse un giorno, realizzarsi.

AKU crede nel progetto di Alessandra e Camilla e le sostiene come sponsor

Alessandra e Camilla si legano con corda, sogni e idee per la prima volta durante il progetto CAI Eagle Team. Dopo diverse vie di roccia ghiaccio, parlando al rientro dalla montagna si concretizza il progetto Kyrgyzstan, la loro prima spedizione.

«Siamo due giovani alpiniste: estremamente motivate, iperattive, sognatrici, disordinate, ribelli, forse poco assennate, con i piani di vita estremamente mutevoli, ma con una grande e salda convinzione che è la passione per la Montagna».

AKU crede da subito nel progetto di Alessandra e Camilla e lo sostiene. Una spedizione alpinistica leggera come i loro cuori che ha come obiettivi anche la conoscenza di nuovi luoghi e persone, culture e ambienti naturali, e il desiderio di lanciare un forte messaggio sociale:

«Partiamo da sole, in autonomia, il nostro pensiero va a tutte le giovani donne appassionate di montagne e arrampicata come noi. A loro vogliamo dire: “Abbiate coraggio di conoscervi, di fare gruppo, preparatevi e partite. Abbiate fiducia in voi stesse, credete nei vostri sogni. E soprattutto aiutateci a far smettere di farci i complimenti solo perché siamo ragazze».

Le calzature AKU di Alessandra e Camilla

  • FLYROCK GTX

    Calzatura da escursionismo veloce e per attività dinamiche, adatta per avventure off-road dov'è richiesta trazione, protezione e alta ammortizzazione. La suola Vibram Traction Lugs con Megagrip offre aderenza e ammortizzazione sorprendenti.

    Alessandra e Camilla le utilizzeranno per il trekking di avvicinamento alle pareti.

  • VIAZ DFS GTX Ws

    Ridefinisce un nuovo standard di calzatura polivalente per alpinismo tecnico e veloce. Impiega la tecnologia Dynamic Fit per adattare dinamicamente la tensione del tallone al proprio passo, la suola Vibram offre stabilitàe precisione, anche nei passaggi più tecnici.

    Il Jolly da giocare quando sono necessarie maggior leggerezza e dinamicità.

  • Croda DFS GTX WS Nero-Turchese - AKU®

    CRODA DFS GTX Ws

    Leggera, agile, precisa ed estremamente confortevole. CRODA DFS GTX è una calzatura da alpinismo ideale per arrampicate e trekking impegnativi in ambiente misto con roccia e ghiaccio.

    Saranno il supporto delle nostre ambassador nelle fasi più complesse della scalata.

Daily Diary

  • 7. Messy dreamers

    Parto per l'ultimo tiro, verso metà Ale grida che è tardi, di piazzare la sosta e di scendere. Ma lì ho spento il cervello, volevo arrivare su, anche se stanca, anche se era tardi.. alla fine lo vedo: il precario chiodo di Ulug, la via che corre a fianco della nostra, quello per noi era l’arrivo. Piazzo un spit e con il cuore pieno di gioia iniziamo le calate per evitare il buio che avanza. All'ultima calata urla di felicità risuonano nella valle: Ale ed io ce l’abbiamo fatta!Son contenta di aver scalato la nostra via, in quell’angolo remoto di mondo, circondate da pareti immense che fanno sognare. Son contenta di averlo fatto con Ale: essere amiche con un obiettivo comune ha fatto sì che nel momento del bisogno ci fossimo sempre l’una per l’altra, superando i nostri limiti, fisici e mentali.Ale ed io viviamo la scalata sognando queste pareti verticali, misteriose ed affascinanti. Siamo però sempre pronte a cogliere al volo occasioni di avventure diverse. Sembra che noi si faccia tutto in maniera caotica e disordinata ma del resto seguiamo il flusso e lo scorrere della vita, mai ordinato o schematico, ma libero e in continua evoluzione.

  • 6. Oltre la parete: una nuova via

    Decidiamo di salire in un primo pomeriggio con un vago rischio di pioggia, son giorni che volevamo salire e quindi, nonostante il rischio, andiamo! Fin da subito è chiaro che non si combinerà nulla e quindi ci rintaniamo nella grottina. Durante la cena dei tuoni ci impensieriscono e in tempo zero arriva una pioggia incessante, una bomba d'acqua. La parete davanti a noi si ricopre di cascate d'acqua misto detriti. Non possiamo fare nulla, uscire da lì è peggio. Il colouir da dove eravamo saliti è diventato una trappola per topi, senza vie di fuga. Con pazienza abbiamo aspettato e verso tarda sera smette di piovere lasciandoci la speranza di poter completare il nostro piccolo sogno il giorno seguente. Partite verso le 7.00 arrampichiamo tutti i tiri provando la libera, anche se con scarsi risultati per il tiro chiave. Apriamo altri due tiri e l'obiettivo è lì vicino: non la vera e propria cima di Peak 3850 m, ma un’anticima della montagna.

  • 5. Oltre la parete: una nuova via

    La continuazione della via si rivela più lunga del previsto. Il giorno seguente siamo ancora su e riusciamo ad avanzare fino al 4^ tiro a cui troviamo una soluzione traversando a destra su passaggi esposti ma ben ammanigliati: dritte nn si passava! Bivacchiamo in parete in una grotta naturale ma il mattino arrampicare con l’intestino in subbuglio non è il massimo della vita… Mettiamo purtroppo da parte l’etica della arrampicata libera e per proseguire usiamo su pochi punti l’artificiale: anche questo è Kyrgyzstan! Il terzo giorno in parete ci accoglie con un tempo incerto e preferiamo scendere al campo base e tentare la chiusura della via alla prima finestra di bel tempo.

  • 4. Oltre la parete: una nuova via

    Dopo esserci ambientate in questa valle magica ci sentiamo pronte ad iniziare il nostro progetto. Iniziamo a scrutare tutte le montagne, lato destro e lato sinistro, dai lunghi avvicinamenti a quelli corti. Intravediamo una parete, nascosta da un contrafforte davanti e una cascata. Zaino in spalla il mattino seguente partiamo cariche a mille. Il sole batte caldo e dopo circa tre ore siamo davanti alla base della parete: qui una linea la si trova, mica si può ridiscendere per poi ricominciare da capo no? ce la giochiamo a sorte: tocca ad Ale cominciare e sceglie un attacco dalle esili fessure, molto carino. Parto io e faccio il secondo, non difficile, ci porta ad una grande cengia dove decidiamo di lasciare il materiale e di scendere al campo base per poi ritornare il giorno dopo con il cibo e il materiale da bivacco. Ormai il dado è tratto, siamo concentrate e focalizzate sul nostro progetto: vivere un'avventura solo nostra e lasciare il segno in questa bellissima valle.

  • 3. In viaggio per Ak-Su Valley

    La mattina seguente è già ora di ripartire. Dopo un lungo viaggio in jeep fra controlli militari e continue soste per raffreddare il motore raggiungiamo la fine della strada: oltre solo a cavallo. Capiamo che il comfort è un concetto relativo quando i nostri “pillows” vengono lasciati nelle macchine… La lunga carovana finalmente si decide a partire per un avvicinamento di sei ore attraverso gole spettacolari e paesaggi montani. Sono le “nostre montagne", sono la ragione per cui siamo qui e non vediamo l’ora di poter arrampicare su quegli enormi muri che sembrano compatti e senza punti deboli. Arrivate al campo base troviamo un ambiente pieno di altri scalatori con cui condivideremo impressioni, stanchezza, vittorie e sconfitte: il bel tempo dell’avventura è arrivato.

  • 2. È solo l'inizio

    Alle prime luci dell'alba, stanche e con poche ore di sonno alle spalle come sempre capita nei voli intercontinentali, siamo atterrate a Biškek, capitale del Kyrgyzstan.
    Il nostro autista, accompagnato da un ragazzino di dodici anni, parla solo russo, fin da subito ci siamo adattate a farci capire con gesti e poche parole d’inglese. Il viaggio verso la nostra guest house si snoda tra deserti brulli e villaggi di misere baracche. Finalmente una sosta, parcheggiamo e ci sgranchiamo le gambe: è bello respirare un’aria diversa a migliaia di km da casa. Ripartiamo con un nuovo autista: il ragazzino ha preso sicuro e felice la guida. Ale ed io ci guardiamo stupite ma tutto fila liscio e giungiamo a “casa” sane e salve. Ci accoglie una donna gentile che, seguendo le usanze musulmane, ci fa accomodare in casa offrendoci uno dei primi pasti kirghisi: noccioline, yogurt e verdure, in una dimora accogliente, tutta ricoperta di morbidi tappeti. Siamo pronte per domani!

  • 1. Tutto pronto?!

    Dopo giorni di preparativi intensi tra bagagli, test delle calzature AKU -  e una corsa a casa per quello che si era dimenticato -  Alessandra e Camilla sono finalmente in volo verso la grande Avventura in Kyrgyzstan! Pronte ad esplorare valli e vette del paese asiatico, spingendo al limite le loro AKU.

  • Alessandra

    Alessandra con CRODA DFS GTX, le calzature fornite da AKU per la spedizione. CRODA DFS GTX è una calzatura da alpinismo ideale per arrampicate e trekking impegnativi in ambiente misto con roccia e ghiaccio, perfetta per gli obiettivi della spedizione.

  • Camilla

    Camilla per prepararsi al Kyrgyzstan sta aprendo nuove vie nelle Alpi e testando le CRODA DFS GTX che porterà in spedizione. La suola di CRODA DFS GTX è creata appositamente da Vibram: Croda Litebase offre stabilità, aderenza e precisione, anche nei passaggi più tecnici, permette l’uso di ramponi tradizionali o semiautomatici.